Diviso in dieci punti, è rivolto alle imprese che cambiano per rendere il Paese più sostenibile.
Tra i principali capitoli del documento:
maggiore governance per la competitività; attenzione ai problemi sociali e ambientali; sostegno all’innovazione di modelli di business e strategie aziendali orientate al raggiungimento degli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030; promozione della formazione e della ricerca; supporto a politiche e sistemi di gestione per assicurare l’integrità dei comportamenti e contrastare la corruzione; individuazione di adeguati strumenti di politica economica; sviluppo di partnership pubblico-private e con il terzo settore.
I nuovi scenari mondiali impongono ormai un'attenzione più sistematica da parte di tutti gli attori economici: la sostenibilità e la responsabilità sociale, dunque, non sono esclusivamente corollari delle attività industriali, bensì leve gestionali e strategiche necessarie. E rappresentano driver centrali per diminuire i costi, incrementare la produttività, attrarre consumatori e investitori, cogliere opportunità di mercato.
“La nostra è una chiamata all’azione dell’imprenditoria italiana, perché sostenibilità e innovazione sono i due pilastri dello sviluppo economico del Paese”, afferma il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. “Non si tratta solo di una consapevolezza come cittadini, ma anche della necessità di un cambio di visione. Occorre infatti ragionare e continuare a lavorare su un differente modello di sviluppo, che alla sostenibilità e all’innovazione coniughi la responsabilità”, conclude il leader degli industriali.
In Confindustria la RSI è stata inserita nella delega per la politica industriale affidata al vicepresidente Giulio Pedrollo ed è stato costituito un apposito Gruppo Tecnico, incaricato di divulgare la tematica mediante tutta una serie di iniziative e attività.
“La RSI rappresenta un asset strategico per le politiche industriali ed è inoltre un fattore essenziale di competitività, capace di creare valore condiviso per tutti”, dichiara Rossana Revello, presidente del Gruppo Tecnico Responsabilità sociale d'impresa. “Dobbiamo quindi contribuire a renderla un nuovo paradigma economico, che possa contemporaneamente configurarsi come antidoto alla disgregazione sociale, per la creazione di una rinnovata cultura d’impresa che sia innovativa, sostenibile e interconnessa”.