Elena Boretto
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Nicolò Cometto
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È allarme rosso: il Rapporto regionale Pmi Confindustria-Cerved certifica come una Pmi italiana su tre sia a rischio liquidità, poiché l’emergenza sanitaria ha comportato, nella penisola, un calo medio dei ricavi del 12,8 per cento. Per far fronte questa pesante situazione sarebbe necessaria un’iniezione di liquidità tra i 25 e i 37 miliardi di euro.
Per il nord-ovest il Rapporto valuta che l’impatto del Covid-19 sui ricavi delle Pmi, nel raffronto fra il 2020 e il 2019, corrisponda al -13% nello scenario base e al -18,2% nello scenario più pessimistico, quello di una recidiva autunnale del contagio.
Se a livello nazionale le società a maggiore rischio di insolvenza potrebbero passare dall’8,4% al 13,9% del totale delle piccole e medie, arrivando addirittura al 18,8% qualora si tornasse alla fase emergenziale, per l’area nord-occidentale un riproporsi in grande stile del Coronavirus potrebbe portare a essere classificate come rischiose il 14,8% delle Pmi (il 43,8% calcolando anche quelle ritenute vulnerabili).
Sono cifre che parlano da sole e che evidenziano l’importanza della supply chain finance che, con le sue soluzioni diversificate, consente la continuità operativa all’interno delle filiere, tamponando gli effetti delle interruzioni delle catene dei pagamenti provocate dalle difficoltà aziendali acuitesi in questi mesi.
Per questo Confindustria Cuneo ha acceso i riflettori sull’argomento e, per garantire la tempestività delle informazioni al riguardo da trasferire alle imprese associate, sta per aderire all’Osservatorio supply chain finance della School of management del Politecnico di Milano.
Va detto che proprio nella Granda sono stati avviati, nel periodo emergenziale e nelle scorse settimane, promettenti progetti da parte di primari istituti di credito rivolti alla tutela delle filiere produttive, in particolare le parti più deboli di esse, di modo che le eventuali crisi di liquidità non interrompano il flusso dei pagamenti né a monte, per i fornitori, né a valle, per quanto riguarda i clienti dei prodotti.
Sono gli spunti, quanto mai d’attualità, che hanno portato Confindustria Cuneo a proporre alle aziende associate il webinar “La supply chain finance: ottenere liquidità più facilmente sfruttando i rapporti commerciali di filiera”.
Le domande da cui si è partiti sono: come posso supportare fornitori strategici in questo periodo di crisi di liquidità? Ci sono altri strumenti oltre l’anticipo fatture e il factoring per anticipare i propri crediti? Quali sono i benefici per l’azienda “capofiliera” e quali per le altre aziende? Il webinar è stato organizzato per rispondere a queste questioni e per analizzare le soluzioni possibili per finanziare il proprio capitale circolante, facendo leva sul ruolo dell’azienda e sulle relazioni con gli altri attori della filiera.
Moderato da Elena Boretto, responsabile del Servizio credito e finanza agevolata di Confindustria Cuneo, il seminario on-line ha visto gli interventi di Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo; Piero Biagi, presidente della Sezione credito e finanza di Confindustria Cuneo; Claudia Cervatti, ricercatrice senior dell’Osservatorio supply chain finance della School of management del Politecnico di Milano; Silvia Merlo, amministratore delegato di Merlo spa di Cervasca, e Marco Genovesio, responsabile sviluppo strumenti finanziari del Gruppo Merlo; Paolo Pecollo, responsabile amministrativo e finanziario di Mec spa di Montanera; Alessio Ara, responsabile commerciale di Fifty Finance srl di Milano.
Il webinar si è rivelato molto interessante sia per il quadro della situazione delineato sui relatori tecnici, sia per le “case history” allocate in provincia Granda, illustrate dai rispettivi protagonisti.
In particolare, è emerso come la volontà concreta, dimostrata dai fatti, sia quella di attivarsi e di imboccare promettenti strade nuove, senza attendere soluzioni salvifiche calate dall’alto, oggi più che mai improbabili, fermo restando l’indispensabilità dei sostegni di matrice europea concordati nei giorni scorsi.
Sul tema, nel commentare il Rapporto regionale Pmi Confindustria-Cerved, Carlo Robiglio, presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria, ha detto: «La sfida che abbiamo di fronte è quella di utilizzare quei 209 miliardi di euro in arrivo come volano di sviluppo. Se saremo in grado, tutti insieme, di passare da una visione più votata all’assistenzialismo a una visione puntata maggiormente sullo sviluppo, potremmo creare opportunità e vantaggio competitivo per il Paese. Ma per fare ciò in primis servono grandi riforme e soprattutto una grande pubblica Amministrazione».