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Giovedì 17 aprile, al Grattacielo Piemonte, in occasione del Consiglio Generale di Confindustria Cuneo dedicato alla valorizzazione del Made in Italy, a cui hanno partecipato il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’Assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano, è stata presentata l’indagine congiunturale con le previsioni delle imprese cuneesi per il secondo trimestre 2025.
L’analisi - curata dal Centro Studi dell’Associazione sulla base delle valutazioni di circa 300 imprese, di cui 200 manifatturiere e 100 dei servizi - evidenzia un rilancio della fiducia, soprattutto nel comparto manifatturiero, che dopo un avvio d’anno cauto torna a crescere su alcuni dei principali indicatori.
A livello piemontese, l’indagine condotta a fine marzo ha coinvolto quasi 1.300 imprese, segnalando una discreta tenuta del tessuto produttivo regionale, con saldi tornati positivi su produzione e ordini interni, mentre restano negative le previsioni sull’export, condizionate da uno scenario internazionale alquanto incerto. In ripresa anche gli investimenti, con un lieve calo del ricorso alla cassa integrazione e una prosecuzione della fase espansiva nei servizi, pur con qualche segnale di rallentamento.
Nello specifico del Cuneese, il sentiment delle imprese manifatturiere registra un miglioramento rispetto alla rilevazione di dicembre: tornano positivi i saldi su ordini totali (da -10,5% a +3,4%) e produzione (da -8,1% a +5,6%), con il 19% delle aziende che prevede un aumento dei livelli produttivi. Il saldo sull’occupazione passa da 4,1% a 12,8%, mentre si riduce l’utilizzo della cassa integrazione (da 9,9% a 6,3%). Gli investimenti significativi coinvolgono il 23,9% del campione (-2 punti), mentre quelli marginali il 52,3% (contro 51,8%). Il tasso di utilizzo di impianti e risorse rimane stabilmente al di sopra del livello di ciclo economico normale, senza particolari variazioni (77,3% contro il precedente 77,2%). Permangono incertezze sui mercati esteri (il saldo ordini dall’estero resta fermo a -4,8%) e crescono le preoccupazioni su prezzi di commodity e logistica. Le attese su un aumento dei prezzi energetici sono più che raddoppiate, passando da 26,7% a 60,9%.
Guardando ai singoli settori, la metalmeccanica rimane orientata alla prudenza pur con il recupero di alcuni indicatori (ordini totali e produzione: da -15,4% per entrambi a -9,8% e -3,9%; attese sulle vendite all’estero: da -6,3% a -16,3%; prospettive su occupazione: da 0 a 5,9%; ricorso alla cassa integrazione da 9,6% a 10,2%); espansive le indicazioni provenienti dall’alimentare (nuovi ordini: da -16,1% a +17,6%; occupazione: da 9,7% a 20,6%); più positivo rispetto al primo trimestre il clima di opinione tra le imprese di edilizia e indotto (livelli produttivi: da -8,3% a +7,5%; ricorso a cassa integrazione: da 19,4% a 7,7%); rimangono favorevoli, ma più caute, le attese delle aziende della chimica e gomma-plastica (livelli produttivi: da 12,5% a 0; ordini totali: da +6,3% a -5,9%; occupazione: da 0 a 23,5%; ricorso alla Cig: da 6,3% a 5,9%); recupera la fiducia tra le imprese della cartaria-grafica (livelli produttivi e nuovi ordini: da -33,3% per entrambi a 14,3% e 28,6%); continua a essere cedente il clima di opinione delle realtà attive nell’ambito dell’estrazione e lavorazione di minerali non metalliferi (livelli produttivi a -33%, ordini a -22,2% e vendite all’estero -16,7%).
Per quanto concerne i servizi, le circa 100 imprese interpellate mantengono un clima di fiducia favorevole, anche se con qualche indicatore in rallentamento. Le attese sul livello di attività si attestano a 9,1% (da 9,4%), mentre quelle sugli ordinativi scendono a 2,3% (da 4,7%). In miglioramento le prospettive occupazionali (da 7,1% a 9,1%). Stabile all’1,2% la quota di aziende che prevedono il ricorso alla cassa integrazione.
Nel comparto trasporti e logistica, il saldo sul livello di attività, pari a 20% a dicembre, perde oltre 26 punti e si attesta -6,7%. Si mantengono invece espansive le attese nei servizi innovativi (nuovi ordini: da 11,8% a 13,5%; occupazione: da 14,7% a 18,9%). Pur con il recupero di alcuni indicatori, le attese nei servizi commerciali e turistici sono improntate alla prudenza (livello di attività da -25% a 0; nuovi ordini da -33,3% a -21,4%; occupazione da -8,3% a +7,1%); è favorevole, infine, il clima di fiducia tra le imprese delle utilities: passano entrambi da zero a 25% i saldi su livello di attività e acquisizione di nuovi ordini; il saldo sull’occupazione recupera 41,7 punti ed è pari a sua volta a 25%.
Come ogni primavera, l’indagine ha raccolto anche i consuntivi economico-finanziari dell’anno precedente. Il 2024 si è chiuso positivamente per la maggior parte delle imprese cuneesi: il 70,8% ha chiuso in utile, il 35,6% ha aumentato il fatturato e oltre la metà (53,4%) ha incrementato gli investimenti. Tra le manifatturiere, il 73,7% ha chiuso in utile, mentre solo il 6,7% ha subito una perdita (7,4% l’anno precedente). Il 58,4% delle aziende ha aumentato gli investimenti (contro il 29,8% del 2023). Nei servizi, il 45,5% delle imprese ha registrato un fatturato in crescita a fronte del 19,3% che lo ha visto diminuire e del 28,4% che lo ha mantenuto ai livelli dell’anno precedente.
«I dati presentati da Confindustria Cuneo confermano la solidità e la determinazione del nostro sistema produttivo, che continua a investire, a crescere e a creare lavoro anche in un contesto internazionale segnato da instabilità e rincari. La manifattura cuneese - hanno dichiarato il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’Assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano - dimostra, ancora una volta, una straordinaria capacità di resilienza e visione. La Regione è impegnata a sostenere le imprese e i territori con strumenti concreti; anche ieri, durante l’incontro a Torino con il Vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, abbiamo ribadito la necessità di utilizzare in modo efficace le risorse della politica di coesione per rafforzare la competitività, promuovere l’innovazione, sostenere il lavoro e affrontare le grandi transizioni, dall’energia alla trasformazione industriale. È in questa direzione che ci muoviamo: affiancare il coraggio degli imprenditori con politiche pubbliche solide, efficaci e rapide, capaci di trasformare i segnali di ripresa in crescita strutturale e duratura per tutto il Piemonte».
«I dati confermano la solidità del sistema produttivo cuneese - ha dichiarato il Presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna -. Il 2024 si è chiuso con risultati incoraggianti, soprattutto sul fronte degli investimenti: quasi il 60% delle imprese manifatturiere ha aumentato la spesa, a testimonianza di un tessuto imprenditoriale dinamico, che non ha paura di esplorare nuove frontiere, sia tecnologiche che di mercato. Il nostro compito è accompagnare questa spinta oltre i confini tradizionali, in un contesto internazionale sempre più complesso, tra dazi e tensioni geopolitiche, affinché si traduca in crescita strutturale».
«Dall’indagine emergono segnali positivi, in particolare nella manifattura, dove si registra una ripresa su ordini e produzione - ha sottolineato il Direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio -. Il sistema cuneese è fatto di aziende che guardano oltre complessità e difficoltà. Servono però strumenti concreti, semplici e non penalizzanti per sostenerle nelle tante sfide, a partire dalla transizione green e dagli investimenti. È così che potremo raccontare tante nuove storie di imprese che sanno andare oltre i confini».
«In questa prima parte del 2025 - ha aggiunto Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo - gli indicatori prospettano una crescita moderata, ma con potenziali accelerazioni. Molto dipenderà dall’evoluzione dello scenario internazionale: le tensioni geopolitiche e i rincari delle commodity potrebbero infatti rallentare la ripresa. Tuttavia, il buon andamento di investimenti e occupazione lascia spazio a un cauto ottimismo».